Quando giunse il momento di scegliere il sesto patriarca del buddismo Zen, il quinto patriarca organizzò una gara di poesia in cui ognuno avrebbe dovuto esprimere la propria comprensione dell’illuminazione.
Il monaco più anziano nel monastero disse: “La mente è come uno specchio. Raccoglie polvere e il problema è rimuoverla.”
C’era un giovane in cucina, Hui-Neng, che non sapeva nè leggere nè scrivere, ma al quale fu letta tale poesia e disse: “Oh, potrei scrivere una poesia migliore di questa, ma non so scrivere.” Allora gli domandarono di dirla e lui lo fece. La scrissero e diceva: “Dov’è lo specchio? Dov’è la polvere?” Fu così che diventò il sesto patriarca.
Qualche secolo più avanti in Giappone c’era un monaco che faceva sempre il bagno. Un giovane studente gli chiese: “Se non c’è polvere, perché fai sempre il bagno?” E l’anziano monaco rispose: “È solo un tuffo, nessun perché.”
(John Cage da The Aesthetics of John Cage, a composite interview, di Richard Kostelanetz, 1987)
When the sixth patriarch of Zen Buddhism was being chosen, the fifth one arranged a poetry contest, and each one had to tell his understanding of enlightenment.
The oldest monk in the monastery said: “The mind is like a mirror. It collects dust and the problem is to remove the dust.”
There was a young fellow in the kitchen, Hui-Neng, who couldn’t read and couldn’t write, but had this poem read to him and said: “Oh, I could write a much better poem, but I can’t write.” And so they asked him to say it and he did; and they wrote it and his was: “Where is the mirror and where is the dust?” He became the sixth patriarch.
Now several centuries later in Japan there was a monk who was always taking baths. So a young student said to him: “If there isn’t any dust, why are you always taking baths?” And the old one replied “Just a dip, no why”.
(John Cage from The Aesthetics of John Cage, a composite interview, by Richard Kostelanetz, 1987)
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